Crisi politica in Thailandia del 2008

Dimostrazione anti-governativa del 30 ottobre 2008

La crisi politica in Thailandia del 2008 è stato un conflitto tra il movimento delle "camicie gialle" di Alleanza Popolare per la Democrazia (APD), ed il governo di coalizione democraticamente eletto del Partito del Potere Popolare o Phak Palang Prachachon (PPP), appoggiato dalle "camicie rosse" del movimento Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura (FUDD). Fu la continuazione della crisi politica del 2005-2006 nella quale l'APD protestò contro il partito di governo Thai Rak Thai (TRT) del primo ministro Thaksin Shinawatra, di cui il PPP fu alleato.

Le grandi proteste dell'opposizione iniziarono nel maggio del 2008 ed ebbero fine in dicembre, quando la Corte costituzionale disciolse il PPP e altri due partiti della coalizione con l'accusa di frode elettorale, vietando per cinque anni l'accesso a cariche politiche a oltre 100 dei loro deputati. Il governo fu quindi assegnato a una coalizione in cui confluirono diversi parlamentari del vecchio schieramento filo-governativo. La nuova coalizione fu guidata dai liberal-conservatori del Partito Democratico, che era stato all'opposizione. La crisi segnò un ulteriore coinvolgimento della magistratura nei fatti di governo, fenomeno iniziato nel 1997 ma che raggiunse l'apice in questo periodo[1] e si sarebbe consolidato qualche anno dopo per abbattere il governo di Yingluck Shinawatra, la sorella di Thaksin.

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